CORONA VIRUS, CHE COSA FARE

Si ripropone nuovamente un motivo di nervosismo sui mercati asiatici

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Si ripropone nuovamente, alla stregua dell’epidemia SARS del 2003, un motivo di nervosismo sui mercati asiatici, in particolar modo su quelli cinesi, causa di numerose vendite, quindi perdite nei portafogli degli investitori più suscettibili.

Vi sono grandi differenze  e analogie rispetto a 13 anni fa: la prima differenza è l’immediatezza della reazione del governo cinese, che si  è mosso addirittura in anticipo rispetto all’Organizzazione Mondiale della sanità, coinvolgendo loro malgrado 41 milioni di abitanti nelle restrizioni alla circolazione delle principali città. Il sistema sanitario è molto più efficiente, il personale medico più preparato.  

L’analogia attiene al comportamento di molti risparmiatori, che al primo accenno di volatilità sui mercati cinesi chiudono immediatamente le loro posizioni con conseguenze deleterie per i propri portafogli.

 

A mio avviso questo denota poca conoscenza delle caratteristiche di questo mercato, che indubbiamente va considerato un tema di investimento del lungo periodo.

 

Se il flusso di notizie attorno all’epidemia continuerà a causare ribassi si dovrebbe invece considerare l’opportunità di effettuare acquisti mirati per abbassare il prezzo medio di carico. Sempre rivolgendo gli occhi al passato, per l’esperienza e nuovi mezzi nel campo della ricerca, l’epidemia dovrebbe scomparire prima di ferragosto. Naturalmente occorre valutare attentamente l’entità di eventuali acquisti considerando primariamente di attuare un’adeguata diversificazione del portafoglio nel suo complesso.

 

Orsola Rea